Cosa vedere a Milazzo, storia e dintorni

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Cosa vedere a Milazzo

cenni storici, punti d’interesse e dintorni da scoprire.

Una lingua di terra emersa sul mar Tirreno, per la sua splendida posizione e la roccaforte naturale che sovrasta il porto, Milazzo domina il canale fra la Sicilia e le Eolie. E’ uno dei pochi siti del Mediterraneo a poter vantare la presenza dell’uomo da 6000 anni, determinando profonde stratificazioni di civiltà e significative testimonianze d’arte: le necropoli dell’età del bronzo e del ferro, dell’età greca e di quella ellenistico-romana; le possenti mura bastionate che proteggono il castello, costruito attorno a un più antico nucleo arabo-normanno, e il grandioso Duomo del ‘600; conventi e chiese settecentesche; palazzi nobiliari e pittoresche case che si affacciano su antiche vie e scalinate che degradano verso il mare.

Oggi Milazzo è il principale porto di partenza per raggiungere le Isole Eolie. L’offerta turistica conta di moderne strutture alberghiere, ristoranti, locali tipici, stabilimenti balneari; il soggiorno ideale per chi ama la natura e l’arte, le testimonianze storiche e gli eventi culturali che si susseguono per tutta l’estate nel suggestivo scenario del Teatro al Castello.

Ottimamente collegata via terra e via mare, Milazzo è anche base per escursioni sulle coste ioniche e tirreniche della Sicilia, da Siracusa a Palermo, da Cefalù all’Etna.

Punti di interesse

Borgo Antico “Città Alta”: il centro storico comprende i quartieri medievali e molti edifici religiosi, primo fra tutti il Santuario di S. Francesco da Paola, fondato dallo stesso Santo, tra il 1456 ed il 1467. L’edificio è stato restaurato nel XVIII sec. e oggi mostra un’elegante facciata accompagnata da una scenografica scalinata.  Molte le opere d’arte al suo interno tra cui una Madonna col Bambino del XV sec. di Domenico Gagini.
Tra i vari edifici religiosi va nominata la chiesa dell’Immacolata del 1640, dove i milazzesi si recano in preghiera davanti al prodigioso simulacro della Beata Vergine. Moltissime le opere presenti, tra cui la statuetta alabastrina della Madonna del XVI secolo, attribuita alla scuola gaginesca. La Chiesa del SS. Salvatore con una bella facciata del 1755, opera di Giovan Battista Vaccarini, reca l’immagine di S. Benedetto, fondatore dell’Ordine Benedettino cui appartenevano le monache del vicino monastero. Al suo interno, affreschi di Scipio Manni e in sacrestia una pala d’altare del ‘700. Ancora, la chiesa della Madonna della Catena, in stile prevalente cinquecentesco, e la chiesa di S. Rocco, edificata nel 1575 in occasione della peste che afflisse la Sicilia per tre anni. Ha la struttura architettonica delle cosiddette chiese-fortezze, la Chiesa della Madonna del Rosario, posta di fronte all’ingresso principale del Castello, in una piazzetta ai piedi di una suggestiva gradinata. La sua costruzione ebbe inizio nel 1538 insieme all’annesso Convento dei Domenicani e fu anche sede della Santa Inquisizione. Molte le tele del ‘700 qui conservate. Infine, la Chiesa di S. Giuseppe é una piccola chiesa ad una sola navata costruita nel 1565, mentre la peste infieriva nella città. Originale e molto bella è la finestra settecentesca sulla facciata principale.

Il Duomo antico: la sua costruzione fu iniziata nel 1608 su disegni di Camillo Camilliani, fiorentino della scuola del Michelangelo. Inaugurato nel 1616, nel 1642 fu dedicato a S. Maria Assunta per poi essere riconsacrato sotto il titolo di S. Stefano Protomartire. Qui avvenne la celebrazione del solenne “TE DEUM” in onore di Vittorio Amedeo II di Savoia, Re di Sicilia, in visita alla città. La pianta della Chiesa e la sua struttura architettonica sono tipiche degli schemi rinascimentali.  La sconsacrazione, il lungo abbandono, e i vandalismi del luglio 1860 (vittoria e assedio garibaldini) hanno provocato la distruzione di buona parte degli arredi e delle strutture al suo interno.
L’itinerario nel “Borgo antico” riserva scorci ed edifici di alto interesse. Tra i palazzi gentilizi (XVII e XVIII secolo) si ricorda il Palazzo dei Viceré che ospitò numerose personalità e fu dimora di Governatori, Viceré e Luogotenenti di Sicilia. La pregevole facciata in tardo barocco si affaccia sull’antica salita di S. Francesco da Paola.

Il Castello: cuore della città, si staglia alto e possente con le sue antiche mura, circondato dai bastioni della cinta aragonese e dalle grandiose mura della cinta spagnola che rinserrava la città murata, ora deserta: restano a testimoniare il passato, i ruderi del palazzo dei Giurati e il Duomo antico. La rocca, a strapiombo sul mare, fu abitata fin dalla preistoria e poi fortificata dai greci, dai romani, dai bizantini. Con gli arabi e i normanni comincia la costruzione dell’attuale castello, ampliato e rafforzato da Federico Il che gli diede una struttura squadrata con otto torri e una grande corte centrale. Aragonesi e spagnoli Io arricchirono di nuove fortificazioni, rendendolo inespugnabile per secoli, fino a che Garibaldi non lo conquistò nella più cruenta e difficile delle vittorie dei Mille. Dall’alto domina un paesaggio sconfinato: i due golfi che stringono l’istmo su cui si adagia la città, l’infinita spiaggia di ponente, il verde della piana, e in fondo i Peloritani, dietro ai quali svetta la cima nevosa e fumante deII’Etna, cui corrisponde a nord, il cratere fumante della vicina Stromboli.

Percorrendo il versante di Ponente si raggiunge il Capo di Milazzo da cui si gode un ampio panorama sulla scogliera fino alle Isole Eolie e le coste siculo-calabre.  Attraverso una scalinata è possibile arrivare al piccolo Santuario di Sant’Antonio di Padova, situato dentro una grotta. Risalendo la scalinata, in direzione del bianco Faro si apre un sentiero tra i tradizionali muri a secco e fichi d’India che conduce all’estremità del Promontorio. Qui il paesaggio è caratterizzato da numerosi ulivi selvatici, da piante di capperi, dal profumo delle piante di Assenzio e da un punto panoramico mozzafiato.

La città fa anche parte del Circuito dei Borghi Marinari, consorzio impegnato nella promozione e protezione del mare, della cultura e delle tradizioni ad esso legate.

Il Museo della Tonnara espone oggetti antichi della marineria locale; il Museo Enologico “Grasso” è un’esposizione permanente, in cui i visitatori possono osservare come si produce il vino in tutte le sue fasi, visitare i vigneti, la cantina e assaggiare il vino novello.